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Il Regio Archivio Fotografico degli Uffizi
Il Regio Archivio Fotografico degli Uffizi, voluto dal direttore delle Gallerie Fiorentine Corrado Ricci, nasce nel 1903, con l'intenzione di dotare il museo di una raccolta fotografica a disposizione del pubblico e dei funzionari.
Nella fototeca confluiscono i primi nuclei di immagini costituitisi nel museo a partire dagli albori della fotografia fino al 1903 e la sua attività prosegue per un arco cronologico lungo circa un secolo (1860-1960).
45000 scatti tra Otto e Novecento digitalizzati ed accessibili - Il Regio Archivio fotografico
Il lavoro di digitalizzazione del fondo è stato affidato al fotografo Cristian Ceccanti e quello d’inventariazione svolto dalle dottoresse Marta Binazzi e Chiara Naldi, storiche della fotografia, coordinati da Valentina Conticelli e dallo staff afferente all’Ufficio Catalogo e al Gabinetto Fotografico delle Gallerie degli Uffizi.
La scoperta di questo prezioso patrimonio, che rappresenta una delle più importanti e antiche fototeche storiche dei musei italiani, è stata accompagnata da una ricerca sulla genesi del fondo e dalla creazione di un gruppo di studio cui hanno partecipato esperti di conservazione e di storia della fotografia, dell’Opificio delle Pietre Dure, delle Università di Firenze e di Udine e del Kunsthistorisches Institut Florenz.
Consulta il Regio Archivio Fotografico degli Uffizi on-line
Il Regio Archivio Fotografico degli Uffizi, voluto dal direttore delle Gallerie Fiorentine Corrado Ricci, nasce nel 1903 come raccolta fotografica aperta al pubblico e a disposizione degli studiosi. La fototeca copre un arco cronologico lungo un secolo (1860-1960) ed è costituita da 45.000 immagini realizzate con varie tecniche (albumine, gelatine ai sali d'argento, stampe al carbone, stampe fotomeccaniche a mezzatinta e collotipie) e conservate nei loro mobili originali. Si tratta principalmente di riproduzioni di opere d'arte italiane e straniere, ma anche monumenti, paesaggi e persone, effettuate da circa trecento autori tra fotografi, editori e stampatori.
L'archivio costituisce una delle più importanti e antiche fototeche storiche dei musei italiani, scopri tutte le curiosità seguendo l'intervista che RaiNews ha realizzato intervistando la Dott.ssa Valentina Conticelli, funzionaria responsabile delle Gallerie degli Uffizi coadiuvata da Roberto Palermo referente del Gabinetto Fotografico.
Biblioteca Medicea Laurenziana. La rinascita delle splendide vetrate del Salone di Michelangelo
Situata nel cuore storico di Firenze, all'interno del complesso edilizio di San Lorenzo, con i suoi 11000 manoscritti e i suoi 2500 papiri egizi la Biblioteca Medicea Laurenziana custodisce un tesoro librario unico al mondo per importanza filologica e artistica, che riflette, in particolare, alcune delle tappe fondamentali della storia del Rinascimento fiorentino.
In seguito ad interventi di ammodernamento, che videro impegnato anche Filippo Brunelleschi, la struttura fu destinata ad ospitare il patrimonio di manoscritti della famiglia medicea e l'ascesa al soglio pontificio di Giulio de' Medici (Clemente VII) diede impulso all'idea maturata in precedenza da Lorenzo il Magnifico di trasformare i locali in una biblioteca pubblica. Il nuovo papa affidò il progetto a Michelangelo Buonarroti, che riorganizzò abilmente gli spazi ricavando una vasta sala di lettura ed un secondo locale di consultazione.
I lavori si interruppero con la partenza di Michelangelo da Firenze e la morte improvvisa dell'illustre committente, per poi riprendere vent'anni più tardi grazie al granduca Cosimo I, che fece inaugurare la biblioteca nel 1571, dopo aver trasformato l'originaria sala di lettura michelangiolesca in un elegante vestibolo d'ingresso a sviluppo verticale, con una mirabile scalinata realizzata in pietra serena dallo scultore Bartolomeo Ammannati su disegno dello stesso Buonarroti.
Quella che doveva essere la sala secondaria costituisce invece l'attuale sala di lettura, caratterizzata da un lungo corridoio fra due file di banchi, detti plutei, aventi funzione di leggio e custodia e illuminati da un mirabile ciclo di vetrate recanti i simboli dell'araldica medicea in un tripudio di motivi a grottesca, armi, emblemi e putti alati, riferibili probabilmente a maestranze fiamminghe su disegno di Giorgio Vasari.
Realizzate per ultime, queste vetrate hanno subito in passato diversi restauri. L'ultimo intervento, avviato nel 2003 per l'aggravarsi della situazione conservativa, è stato realizzato grazie all'Opificio delle Pietre Dure, antico Istituto fiorentino nato sotto il patrocinio di Ferdinando I de' Medici.
Essendo stati inseriti nell'elenco 2013 di Operatori Economici per servizi di documentazione fotografica di Beni Culturali, noi di Foto D'Arte Firenze abbiamo potuto seguire le delicate fasi di restauro, che in parte hanno richiesto il trasferimento delle vetrate all'interno del laboratorio dell'Opificio. Un'esperienza per noi "esclusiva" ed estremamente affascinante, vissuta al fianco del direttore dei lavori Rosanna Moradei e del restauratore Daniele Angellotto e che ci ha permesso di osservare da vicino la rinascita di questi autentici capolavori dell'arte vetraria, cornice perfetta di un luogo che ancora oggi, a distanza di secoli, rimane uno dei poli artistico-culturali più importanti al mondo.
Vetrata n.18 prima e dopo l'intervento di restauro © Foto D'Arte Firenze
Di seguito il link con la presentazione ed i dettagli dei lavori:
Biblioteca Medicea Laurenziana | Restauro del ciclo di vetrate
Opificio delle Pietre Dure (OPD) - Ciclo di vetrate del Salone di Michelangelo
Cristian Ceccanti & Ivan Rossi fotografi | Foto D'Arte Firenze @ Biblioteca Medicea Laurenziana | Piazza S.Lorenzo, 9 Firenze